Egregio dr Pedetta,
ancora oggi mi stupisco di fronte alla totale non conoscenza della fisica e della biomeccanica.
Va detto che sono l'ideatore dell'apparecchiatura che Lei ha descritto impropriamente nel 2006, il distal jet.
Purtroppo ho letto solo oggi i suoi commenti e vorrei chiarigli alcuni concetti. vai ai commenti
La trazione extraorale crea seri problemi al primo tratto della colonna vertebrale, soprattutto nei soggetti in crescita.
La lordosi cervicale a forze di 400-800 gr può subire modificazioni e così Lei crea danni ben più grave della soluzione del problema che ritiene di aver ottenuto (chieda al suo fisiatra se ne ha uno ).
La collaborazione e la teoria delle 10 ore non la rendono uno strumento efficace e moderno.
Non abbiamo mai detto ne io ne Carano che non ci sarebbero state perdite di ancoraggio.
Sapevame anche noi della 3A legge di Newton!
Ma abbiamo anche spiegato come minimizzare il problema, probabilmente questo lei non lo sa o non lo ha approfondito o non ha letto attentamente il libro.
Paragonare la meccanica del Distal e a quella del Pendulum farebbe rabbrividire chiunque sappia un pò di fisica della meccanica.
Insomma mio caro Dottore anzichè pontificare la incoraggio ad approfondire gli argomenti prima di trattarli.
Spero apprezzi che qualcuno qualche volta non sia d'accordo con lei.
Mi permetto di farle una piccola lezione di morale; lei è l'esimio rappresentante della mentalità del paese in cui vive ( e di cui forse spesso si lamenta), in nessun altra nazione come in Italia si demonizzano le cose fatte dai proprio connazionali, negli altri paesi lei subirà come tutti il protezionismo nazionalistico.
Ora nel caso del distal jet, questo non solo in quasi 15 anni ha dimostrato il suo valore ma rimane ancora l'unico dispositivo a rappresentare il suo ed il mio paese all'estero in ortodonzia.
Quindi quando desidera chiarirsi le idee sull'argomento non abbia problemi a telefonarmi, le ho allgato i mie numeri, ma abbia il buon gusto di rispettare il lavoro che alcuni del suo paese hanno fatto anche per lei che mangia in questo piatto facendole fare , come italiano, più spesso bella che brutta figura proprio con il dispositivo che lei con poca conoscenza non ha esitato a bollare quasi alivello di una truffa fatta ai suoi colleghi.
Credo che chi truffa veramente sia chi si spaccia per ciò che non è e che spaccia ciò che non è e ne Io ne Carano lo abbiamo mai fatto.
E dato che il povero Aldo non le può rispondere le chiedo più rispetto e meno presunzione.
Cordialmente la saluto.
Prof Mauro Testa
Egregio “Prof” Testa,
come vede, non ho niente in contrario a pubblicare il suo parere ed invito anche Lei ad essere aperto verso quello degli altri. Infatti la discussione ed il confronto sono degli ottimi metodi di apprendimento. Lei cerca di difendere il suo apparecchio e per farlo utilizza argomenti che immediatamente fanno capire a quale livello Lei opera. Infatti, tralasciando gli errori di ortografia (è buffo che Lei si definisca un rappresentante dell’Italia all’estero di cui andare fieri: e la lingua italiana?), sostenere che la trazione extraorale causi dei danni a livello della colonna vertebrale senza avere uno straccio di evidenza scientifica e basandosi sulle dichiarazioni del fisiatra è purtroppo tipico di una certa mentalità italiana che,comicamente, Lei attribuisce agli altri e che io cerco di combattere ogni giorno. Io non ho niente contro le cose italiane o francesi o spagnole, e certamente niente contro di Lei; semplicemente analizzo un apparecchio e le sue possibilità, senza farne una questione di campanile e valutandolo per quello che vale. E’ troppo anglosassone per Lei? E chiederLe di documentarsi con evidenze scientifiche anziché con il passaparola, è troppo? Per me è invece l’inizio di una possibile discussione ma presuppone una educazione (nel senso di Scuola) che non tutti hanno. E che dire della “fisica della meccanica?” Ma di cosa va parlando? Lei capisce che diventa difficile riuscire a dialogare con questi presupposti. Comunque, non Le nego che mi rivolgo alla parte buona degli italiani, quelli che sono stufi di sentire cantare la stessa storiella dalle solite persone. Io sono fierissimo di essere italiano e quando vado negli Stati Uniti sento il rispetto profondo che hanno per il nostro Paese e non ho alcun complesso in tal senso. Io ed i miei collaboratori, ci battiamo per una Ortodonzia migliore e più aggiornata anche in Italia, per la diffusione delle informazioni e delle terapie che consentano di aiutare i nostri pazienti e ci piace poter discutere degli aspetti negativi o positivi delle varie apparecchiature. Così, riguardo al Distal Jet, Le allego una foto di una povera paziente trattata con il suo apparecchio per farle capire quello che Lei sembra non voler vedere. Sappia che la settimana prossima la paziente è in visita da un noto chirurgo maxillo-facciale che visita a Milano e a Firenze (se vuole le fornisco il nome privatamente) e non credo che tesserà le lodi del Suo apparecchio.
Credo che la presunzione e la prosopopea siano tutte dalla sua parte e non mi stupisco del modo ingiurioso in cui Lei mi ha scritto, solo per le giuste critiche rivolte al Suo apparecchio. Da ultimo, caro “Professore”, Le ricordo che tale titolo è di consuetudine riservato ai Professori di ruolo e non ai Professori a contratto; anche io, che sono stato Professore a contratto ed attualmente sono Clinical Professor presso la Pennsylvania University, mi faccio lo stesso chiamare Dottore ma, come dice Lei, questa è una questione di buon gusto.
Cordialmente
Dr. Francesco Pedetta
PS:
Devo aggiungere questa postilla a distanza di molto tempo perchè Mauro Testa mi ha scritto ulteriormente e ci siamo scambiati un paio di e-mails.
Sono molto contento dei chiarimenti personali che ci siamo potuti fare e dei complimenti che mi ha fatto riguardo alla professionalità e preparazione.
Ho saputo da lui che non si occupa più di apparecchi ortodontici ma che è coinvolto nella progettazione di piste atletiche ad alta velocità e non solo.
Sicuramente una persona eclettica e con molte potenzialità. Come ho già potuto dire a lui, mi sarebbe piaciuto incontrarlo per mettere a frutto insieme, la sua grande potenzialità di idee e progettazioni.
Un saluto a Mauro