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L'ancoraggio in ortodonzia 

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Cerchiamo di approfondire il concetto di ancoraggio e perché sia così importante in ortodonzia. Lo spostamento dei denti viene realizzato mediante l’applicazione di una forza. Queste forze possono essere:

  1. molle 
  2. elastici (intrarcata o interarcata) 
  3. una trazione extraorale

per fare degli esempi da analizzare.

Se si applica una molla, ad esempio per spostare un molare indietro (distalizzazione), essa viene solitamente compressa tra il molare da spostare ed il suo dente vicino (il premolare). In questo modo al molare viene applicata una forza che lo spinge indietro. Tralasciando la discussione sulla possibilità o meno che la molla ha di distalizzare in maniera corporea il molare, che per l’argomento ancoraggio non ha rilevanza, concentriamoci su quello che avviene a livello dell’altro dente su cui la molla si appogiia, cioè quello che non va spostato.

Esso (il premolare in questo caso), benché non vada spostato, subisce una forza uguale e contraria a quella che spinge il molare e tenderà ad essere spostato in avanti (perdita di ancoraggio). Il suo scivolamento in quella direzione, tuttavia tenderà ad essere frenato dagli altri denti che gli stanno davanti, ossia il primo premolare ed il canino, ma anche il gruppo incisivo. Dunque tutti i denti che stanno davanti alla molla costituiscono l’unità di ancoraggio, che cerca di opporsi al movimento in avanti del premolare.

A prima vista potrebbe sembrare un buon sistema di ancoraggio:purtroppo, il movimento di distalizzazione è invece molto più difficile a realizzarsi rispetto al movimento contrario di mesializzazione; anche la presenza di tre radici per molare non rende le cose più facili e di fatto quello che accade è che il gruppo di ancoraggio cede piano piano, spostandosi sempre più in avanti. Nel frattempo potremmo anche vedere un movimento del molare nella direzione voluta. Dunque il nostro sistema di ancoraggio, così concepito non è stato molto efficiente ed infatti non viene considerato buono.

A questo punto potrebbe entrare in azione gli elastici (detti di seconda classe), che da molti vengono considerati un buon sistema di ancoraggio, anche se non il migliore. L’elastico infatti, viene utilizzato per contrastare la forza mesializzante della molla sui premolari e sui canini e si inserisce dal canino superiore al molare inferiore. Dunque il suo andamento è dall’avanti (canino) all’indietro (molare) e cerca di frenare l’avanzata del gruppo di ancoraggio. Ammettiamo a questo punto che l’elastico abbia una forza sufficiente a contrastare la molla (cosa non difficile a realizzarsi) e che dunque stabilizzi il gruppo di ancoraggio (premolari, canino e gruppo incisivo) che non cede più verso l’avanti.

Dobbiamo però andare a vedere (come abbiamo fatto con la molla) cosa succede a livello dell’altro dente a cui viene applicato l’elastico (il molare inferiore) che non vogliamo spostare e che, a sua volta, rappresenta un elemento di ancoraggio. Anche in questo caso sembrerebbe in prima istanza, che il molare inferiore non potesse subire grossi spostamenti dietro la spinta dell’elastico e che comunque gli altri denti che gli stanno davanti (premolari, canino e gruppo incisivo) sicuramente lo tratterrebbero, evitando ogni suo spostamento. Purtroppo, anche in questo caso, quello che si nota costantemente è lo scivolamento di tutta l’arcata inferiore in avanti ed il nostro gruppo di ancoraggio non si rivelerà molto affidabile.

Convenzionalmente, si cerca di bloccare i denti inferiori attraverso l’inserimento di fili sempre più grossi (rettangolari) e sperando che in questa maniera non si spostino. Anche inserendo grossi fili rettangolari, però, i denti inferiori si spostano in avanti, sia pure in misura minore.
Quindi, per spostare un molare superiore indietro, abbiamo inserito una serie di forze delle quali una sola è diretta all’obiettivo e le altre causano reazioni e controreazioni indesiderate che vanno combattute a catena.

Se adesso consideriamo la trazione extraorale, vediamo che essa si applica al molare e lo spinge indietro. Gli altri denti non subiscono alcuna forza verso l’avanti e l’unica reazione uguale e contraria è la forza che l’elastico della trazione esercita sul collo (trazione cervicale). In questo caso, l’ancoraggio, costituito dal collo, è efficiente e non subisce spostamenti (il collo non si sposta in avanti). Ecco che se un ingegnere meccanico, valutasse il grado di efficienza dei sistemi di forze adottate darebbe pieni voti alla trazione extraorale, mediocri all’elastico di seconda classe e nettamente insufficiente alla semplice molla senza elastici.

Alla stessa maniera si possono esaminare tutti i dispositivi che vengono spacciati per buon ancoraggio, quali il bottone di Nance, la barra tranpalatale (TPB) ed altri, dandogli una graduatoria in base al loro merito.
Per ancoraggio, dunque, si intende qualcosa che si oppone al movimento indesiderato che sempre si crea quando si applica una forza su un dente e che ci deve dare la garanzia che gli altri denti non si spostino.